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Criteri di selezione I: vigoria

Iniziamo la lunga serie di articoli riguardanti la selezione avicola facendo menzione di un criterio fondamentale per il buon esito di qualsiasi tipo di progresso sia desiderato in allevamento: la vigoria. Sia che lo scopo primario della selezione sia improntato al miglioramento di caratteristiche estetiche, sia che si voglia incrementare qualsivoglia capacità utilitaria, nessun allevatore può prescindere dal giudicare i propri esemplari in primis per quanto concerne la vigoria.

Perpetrare un ceppo di animali discendenti da individui mancanti del giusto livello di vigore è qualcosa di assolutamente deleterio, che può instillare fragilità nel ceppo su cui si lavora e può richiedere lunghi sforzi per ripristinare il giusto livello di robustezza.

Cosa si intende espressamente per vigoria?

Riferendoci ad animali oggetto di selezione da parte dell’uomo, il termine vigoria indica un corretto blend di resistenza alle malattie e crescita armoniosa. Per quanto concerne la capacità di resistere ai malanni il discorso è, quantomai, complesso e una spiegazione dettagliata delle modalità che governano questa espressione non è tra le prerogative di questo blog che vuole rimanere discorsivo ed accessibile.

Diremo, in maniera generica, che riprodurre da animali sani, magari sopravvissuti ad alcune malattie, genera nel corso di alcune generazioni, attraverso attenta selezione, animali sempre più resistenti al particolare cocktail di patogeni presente nella nostra località di allevamento. Questo sistema, conosciuto sin da tempi remoti, comporta una perdita iniziale di soggetti anche molto elevata qualora il ceppo di fondazione risulti particolarmente sensibile a qualche agente patogeno che abbonda nell’ambiente dove questi vengono introdotti.

La cosiddetta “New house syndrome” (Sindrome da casa nuova), sta ad indicare un fenomeno conosciuto in zootecnia dove soggetti provenienti dall’esterno sono immessi in un ambiente del tutto nuovo ed entrano in contatto con i patogeni presenti dando il via ad una selezione naturale degli individui tramite contagio. Di solito, il patrimonio immunitario degli animali contagiati comprende una copertura verso alcuni degli agenti patogeni diffusi, mentre essi risultano sprovvisti di anticorpi nei confronti di altri, innescando una fase sintomatica dei malanni contratti.

È bene fare menzione che nel caso di una moltitudine di mali che affliggono il pollo, molti degli animali adulti sopravvissuti alla fase virulenta acquisiscono, in seguito alla guarigione, lo status di “portatore sano” della patologia e, inevitabilmente, rimarranno agenti di contagio verso eventuali animali immessi in un secondo periodo.

Ai fini della selezione per vigoria, vogliamo tralasciare una discussione più approfondita di questi aspetti, che rimandiamo ad un altro articolo. Il consiglio è di accoppiare solamente animali che mai hanno mostrato cedimento durante la fase di svezzamento e crescita, agendo con particolare incisività nell’escludere individui affetti anche dal più blando dei malanni. Questo consiglio è particolarmente importante quando si opera con volatili riprodotti in stretta consanguineità.

Un secondo parametro che potrà essere misurato nel definire la vigoria di un soggetto è quello della crescita e del comportamento. Un individuo vigoroso possiede, di norma, una crescita armoniosa, appare sempre vivace e in movimento, si sfama e si disseta in maniera equilibrata. Individui molto grandi ma letargici ed individui piccoli e rachitici, andranno scartati dalla selezione in favore di elementi più vitali, la cui crescita rispecchi maggiormente i criteri dettati dallo standard della razza allevata.

Si badi bene che una crescita molto rapida non sempre corrisponde a vigoria reale. Un animale che aumenta la propria massa troppo velocemente in fase giovanile possiede una capacità di assorbimento dei nutrienti migliore di altri individui. Malgrado ciò, la sua capacità di smaltimento di sottoprodotti e tossine potrebbe essere carente e la sproporzionata abilità ad immagazzinare potrebbe tradursi in pareti intestinali troppo sottili ed elastiche con conseguente propensione alle malattie gastroenteriche.

È buona norma ricercare il giusto equilibrio tra crescita sostenuta e vigoria, in modo da produrre animali che rimangano sani più a lungo nel tempo e che possano dar vita ad una nuova generazione simile ad essi per questa caratteristica.

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