La biosicurezza in allevamento
Il termine biosicurezza sta ad indicare la difesa attiva di un ambiente da contaminazioni esterne dovute ad agenti patogeni. Nel nostro caso ci riferiamo ad un insieme di misure di natura preventiva che possono aiutare il nostro allevamento a rimanere esente da gravi forme epidemiche, ma anche ad aumentare il nostro successo nello svezzamento dei pulcini, o nel mantenimento dei riproduttori. Le norme a cui ci riferiamo sono di natura igienica e a chi nutre dubbi circa l’efficacia della loro attuazione posso portare ad esempio la mia esperienza personale di allevatore alle prime armi.
Ricordo anni addietro quando svezzare il 30-40% dei pulcini nati da incubazione artificiale rappresentava un successo. La maggior parte di loro periva lungo il cammino verso l’età adulta a causa di errori nella salvaguardia igienica del mio allevamento. I novizi, si sa, sono armati di grande impeto ma mancano della necessaria esperienza. Ad oggi, grazie ad un diligente piano attuativo di biosicurezza applicato in maniera ferrea e quasi maniacale, riesco a portare a maturità sessuale tra l’85 ed il 90% degli animali che schiudo, ottenendo soggetti di ottima salute e robustezza.
Da allevatore che ha avuto molte perplessità nel passato, posso immaginare che un buon numero di lettori di questo articolo troverà assoluto giovamento da quanto verrà espresso nei paragrafi sottostanti. Invito gli amici che mi seguono, in piccoli numeri ma fedelmente, a lasciare un commento con le loro impressioni o le loro esperienze scorrendo in fondo a questo ed altri post.
Sarebbe molto grave non fare menzione che la maggior parte di queste perle di saggezza che mi hanno aiutato ad ottenere i successi sperati le ho reperite nel sito dell’ ABA (American Bantam Association). Ad essi va la mia gratitudine per aver elaborato un eccellente quanto pragmatico piano di “Biosecurity” facilmente applicabile e di provato successo.
PRECAUZIONI PER LA BIOSICUREZZA NEI PICCOLI ALLEVAMENTI AVICOLI
Limitare la popolazione dei roditori nelle circostanze dell’allevamento: Secondo uno studio made in USA per ogni singolo topo che un osservatore riesce a riscontrare in maniera casuale ve ne sono almeno 30 che non abbiamo scorto! Le derrate alimentari, e le granaglie in special modo, attirano topi e ratti come una calamita. In che maniera influiscono sui nostri allevamenti? I roditori visitano le mangiatoie non ancora vuote a notte contaminando il cibo rimasto con le loro feci e le loro urine. Al mattino i polli andranno ad alimentarsi degli avanzi della sera prima oramai inquinati e probabile ricettacolo di patogeni di cui i topi sono vettori o portatori sani. Tra i malanni trasferibili dai topi ai nostri beniamini alati ricordiamo: Salmonella enteritidis e Pasteurellosi (colera aviare, assai più comune di quanto si creda). Mi credano gli allevatori alle prime armi che l’impatto dei roditori su avicoli mantenuti in purezza e spesso non vaccinati (diversamente da quanto avviene con i polli di tipo industriale) può essere dirompente e la loro contaminazione è spesso (non sempre) la causa di abbondanti morie che lasciano sconcerti e portano ad abbandonare il nostro hobby.
COME OPERARE: Svuotare sempre le mangiatoie a sera, prima della venuta del buio, fornire sempre acqua totalmente rinnovata al mattino. Adoperare, in ambienti non frequentati direttamente dai polli, trappole rodenticide.
Limitare le visite esterne in allevamento o premunirsi a riguardo: Quando qualche collega allevatore ci chiede di visitare il nostro allevamento molti di noi rispondono con entusiasmo acconsentendo alla richiesta. Cosa c’è di meglio di condividere un interesse comune! Eppure questa nostra “frivolezza” può costarci caro. Gli abiti e le scarpe altrui sono eccellente veicolo di contaminazione da patogeni verso i nostri animali. A maggior ragione se chi ci visita detiene polli proprio come noi. Tra essi abbonderanno certamente i cosiddetti portatori sani, ovvero quei polli infetti da qualche malanno ma che non mostrano alcun sintomo. Semplicemente passeggiando tra i nostri recinti, un allevatore esterno può, senza alcuna malizia, mettere a contatto i nostri esemplari con una moltitudine di nuovi agenti patogeni verso i quali non si conosce il grado di immunità preesistente. Per questa ragione, gli allevamenti di tipo industriale vietano spesso qualsiasi visita dall’esterno, anche di chi viene a scaricare gli alimenti, e obbliga il personale a indossare vestiario che non potrà lasciare l’azienda, scarpe incluse.
COME OPERARE: Chiedere ai nostri ospiti di disinfettare le suole delle proprie scarpe con un preparato che terremo a disposizione per l’evenienza. Fornire stivali o calzature di altro tipo a chi desidera avvicinarsi ai nostri animali.
Stabilire un percorso rifornimento alimenti: Chi di noi alleva più di una razza, o mantiene una divisione in famiglie o clan della razza allevata, si pone il problema di che ordine seguire al momento della somministrazione degli alimenti. Assolutamente da evitare l’ordine casuale, con variazioni quotidiane. Il migliore dei metodi consiste nello stabilire un ordine, sia anche arbitrario, e di rispettarlo. In questo modo limiteremo la possibilità che i polli del nostro ultimo recinto vengano a contatto in maniera molto violenta con i patogeni che trasporteremo dal primo recinto e così via. Chiaramente, servendo due recinti in sequenza con quotidianità, gli animali verranno gradualmente sollecitati a sviluppare immunità verso i patogeni introdotti dal nostro passeggio, e questo è un bene.
COME OPERARE: Stabilire un ordine costante di calpestio dei nostri recinti. Servire per ultimi i recinti degli animali che lasciamo accedere al pascolo; questi entrano in contatto con materiale contaminato più facilmente degli altri gruppi. In caso di animali malati in qualcuno dei nostri recinti, spostare per ultimo quel gruppo e lasciare invariato quest’ordine anche a guarigione avvenuta. E’ comunque sempre opportuno separare con celerità eventuali polli ammalatisi come si discuterà più approfonditamente in un altro articolo.
Utilizzare materiali usa e getta per la pulizia: Nel pulire gli abbeveratoi o le mangiatoie dei nostri volatili, ricordiamoci di fare uso sempre e solo di tovaglioli o altro materiale usa e getta. Il semplice pulviscolo, i resedui fecali, il cibo contaminato, sono albergo di una moltitudine di batteri, virus, funghi, protozoi ed altro ancora. Utilizzare il medesimo panno similmente pulito alla vista non basta certamente ad evitare la dispersione, in questo caso mirata, dei patogeni da un abbeveratoio ad un altro. E’ possibile utilizzare stracci inbevuti in sostanze antibatteriche o viricide ma il lavorio necessario per rendere praticabile e sicuro tutto ciò mi suggerisce di sconsigliarlo.
Mantenere una rigorosa separazione dei giovani dagli adulti: Questa, colleghi allevatori, è una pratica assolutamente vitale per svezzare in salute i nostri novelli di stagione in stagione. Le prassi possibili nel mescolare giovani ed adulti sono soltanto due. Una è quella, tramite cova naturale, di lasciare i giovani a diretto contatto con gli adulti fin dal primo giorno di vita. In questo caso la madre trasferisce ai nuovi nati, al momento della schiusa, una immunità parziale verso molti mali che andrà consolidandosi grazie alla costante esposizione. L’altra, l’unica attuabile con sicurezza praticando l’incubazione artificiale, consiste nel separare giovani ed adulti fino ad una età accettabile per il consolidamento del sistema immunitario dei primi. Cosa si intende per giovani? Animali fino a 5-6 mesi di età. Cosa si intende per separazione? Quanto più lontano possibile l’allevatore possa permettersi, meglio in un altro ambiente, altra località, comunque a diverse centinaia di metri dai riproduttori. Basta un garage in disuso, una cantina non umida e con buona luce naturale. I risultati sono assicurati.
COME OPERARE: Scegliere un luogo idoneo per la crescita dei novelli che sia molto distante dalla zona di allevamento dei riproduttori. A circa quattro mesi di vita, i giovani potranno essere introdotti nella medesima area dove permangono gli adulti ma in recinti rigorosamente separati e non contingui a quelli di questi ultimi. Si potrà, senza problemi, introdurre i giovani d’annata a contatto diretto con gli animali più vecchi a circa sei mesi d’età, quando il loro sistema immunitario sarà ben formato verso le molte sollecitazioni cui andrà incontro.
Iniziare una profilassi vaccinale verso le malattie più diffuse nella zona di allevamento: I polli ibridi di tipo commerciale, prodotti dalla grande distribuzione, ricevono un cocktail di vaccini che varia da cinque a dieci a seconda della casa di produzione dei volatili e del centro di schiusa. Molti dei nostri animali allevati in purezza non vengono vaccinati, anche sotto consiglio medico, perchè, specialmente in Italia, si tende a guardare con sospetto ai vaccini e si vorrebbe far prevalere la logica della selezione di natura. Il percorso sovracitato è assolutamente possibile ma è altrettanto opportuno spiegare perchè non è ideale per i micro-allevatori. Laddove ci dedichiamo all’allevamento di una singola razza, con molti capi, su vasti spazi, può convenire lasciar selezionare alla natura gli animali più resistenti, in modo da far prevalere la genetica di questi ultimi nelle generazioni successive. Ne consegue un ceppo di animali robusto e adattato alle esigenze di quella specifica località. Se acquistassimo animali da un simile allevamento per portarli all’esterno, magari in mescolanza con altri polli già acclimatati nel nostro allevamento, ci renderemmo subito conto di alcuni limiti di questo ragionamento. Il contatto immediato con patogeni possibilmente assenti nell’ambiente originario di vita degli animali esporrebbe gli stessi ad enormi rischi di salute. Inoltre, chi, come tanti tra noi, desidera detenere una razza in piccoli gruppi, in coppie o tris spesso trova difficoltà a creare un gruppetto stabile da poche uova fertili acquistate. Vaccinando gli animali con un giusto blend di vaccini idonei per la nostra area di allevamento, possiamo disporre di animali sani, robusti anche senza lasciare alla natura il compito della selezione.
COME OPERARE: Per difficoltoso che sia il reperimento di questa figura professionale nel nostro paese, è essenziale adoperare i consigli di un patologo aviare, in grado di stabilire i vaccini più utili per le nostre necessità, di prescriverli e di somministrarli se fosse necessario. Tristemente, molte case farmaceutiche producono vaccini in dosi esorbitanti, adatte all’industria e non al mondo dei piccoli appassionati. Durante la mia permanenza in America ricordo come molti Agri-center disponessero di vaccini da banco acquistabili senza ricetta. La maggior parte di questi farmaci, infatti, contiene materiale inattivo e non possiede tempi di sospensione per il consumo di uova o carne. Ahimè, l’Europa è anche questo! Consiglio, inoltre, ai neofiti di chiedere consiglio presso l’associazione avicola di loro riferimento.